L’Onu rimuove la cannabis dalla lista dei narcotici più pericolosi

Approvata la raccomandazione dell’Oms per la marijuana a uso medico

L'Onu rimuove la cannabis dalla lista dei narcotici più pericolosi

La commissione per gli stupefacenti dell’Onu ha votato per rimuovere la marijuana a scopo medico dalla lista delle droghe più pericolose del mondo. Secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, la Commission for Narcotic Drugs, che ha sede a Vienna e comprende 53 stati membri, ha preso in considerazione una serie di raccomandazioni dell’Oms, tra cui quella di rimuovere la cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica del 1961, dove era elencata insieme a sostanze come eroina e cocaina. Si tratta di una decisione attesa da tempo, che potrebbe aprire la strada ad un’espansione della ricerca sulla marijuana e sul suo uso terapeutico. Gli esperti dicono che il voto non avrà un impatto immediato sull’allentamento dei controlli internazionali, perché i governi avranno ancora giurisdizione su come classificare la cannabis. Molti Paesi, però, considerano le convenzioni globali come guida, e il riconoscimento dell’Onu è una vittoria simbolica per i sostenitori del cambiamento della politica sulle droghe.

“Un passaggio politico internazionale rilevantissimo che dovrà portare a sdoganare completamente sul piano internazionale la cannabis terapeutica e a slegare la regolamentazione della cannabis per uso ricreativo da quella di altre sostanze”. Lo scrive su Facebook il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. “L’Italia colga l’indicazione dell’Onu e tolga definitivamente le restrizioni proibizioniste e vessatorie che ancora impediscono a migliaia di malati di utilizzare e coltivare ad uso terapeutico la cannabis. Più in generale – prosegue Della Vedova – mentre nel Nord America la cannabis legale diventa la norma, portando più controlli sulle sostanze, facendo emergere nell’economia legale e tassata un business miliardario, in Europa solo il Lussemburgo sta superando il tabù proibizionista. Il punto non è più ‘se’ ma – conclude Della Vedova – ‘quando’ legalizzare”.

“La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici”. Lo dichiara Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni coordina la campagna Legalizziamo! dopo la decisione dell’Onu. “Il voto è importante anche perché le raccomandazioni dell’Oms erano state elaborate sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni, in condizioni molto difficili. Finalmente la scienza diventa un elemento fondamentale per aggiornare decisioni di portata globale, come quelle delle Convenzioni Onu sulle droghe, non solo ai mutati scenari sociali e culturali ma anche alla luce del progresso scientifico”. Dei 53 Stati quasi tutti quelli appartenenti all’Unione Europea – ad eccezione dell’Ungheria – e alle Americhe hanno votato a favore, compresa l’Italia, raggiungendo la maggioranza di un solo voto, a quota 27. Gran parte dei paesi asiatici e africani, invece, si sono opposti. Questo cambiamento faciliterà la ricerca scientifica sulla la cannabis, nota per i benefici nella cura del Morbo di Parkinson, della sclerosi, dell’epilessia, del dolore cronico e del cancro. 

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